Papa Francesco alla Giornata Mondiale dei Poveri: «Nelle angosce del nostro tempo, c’è un'incrollabile speranza che brilla»
«Gesù ci invita ad avere uno sguardo più acuto, ad avere occhi capaci di “leggere dentro” gli avvenimenti della storia, - ha detto domenica 17 novembre il Santo Padre nell’omelia della Santa Messa per l’VIII Giornata mondiale dei Poveri nella Basilica di San Pietro - per scoprire che, anche nelle angosce del nostro cuore e del nostro tempo, c’è un’incrollabile speranza che brilla. In questa Giornata Mondiale dei Poveri, allora, soffermiamoci proprio su queste due realtà: angoscia e speranza, che sempre si sfidano a duello nel campo del nostro cuore». Il tema della «Speranza che non delude», al cuore del prossimo Giubileo, ormai alle porte, è stato al centro dell’intervento di Papa Francesco.
Il Vangelo di Marco (13, 24-32) proclamato ieri, ha aggiunto il Papa, potrebbe «suscitare in noi sentimenti di angoscia; in realtà, sono un grande annuncio di speranza. Infatti, se da una parte Gesù sembra descrivere lo stato d’animo di chi ha visto la distruzione di Gerusalemme e pensa che ormai sia arrivata la fine, allo stesso tempo Egli annuncia qualcosa di straordinario: proprio nell’ora dell’oscurità e della desolazione, proprio quando tutto sembra crollare, Dio viene, Dio si fa vicino, Dio ci raduna per salvarci. Gesù ci invita ad avere uno sguardo più acuto, ad avere occhi capaci di “leggere dentro” gli avvenimenti della storia, per scoprire che, anche nelle angosce del nostro cuore e del nostro tempo, c’è un’incrollabile speranza che brilla. In questa Giornata Mondiale dei Poveri, allora, soffermiamoci proprio su queste due realtà: angoscia e speranza, che sempre si sfidano a duello nel campo del nostro cuore. Fratelli e sorelle, non dimentichiamolo: la speranza cristiana, che si è compiuta in Gesù e si realizza nel suo Regno, ha bisogno di noi, ha bisogno del nostro impegno, ha bisogno di una fede operosa nella carità, ha bisogno di cristiani che non si girano da un’altra parte».