La Diocesi di Napoli al lavoro per accogliere i pellegrini del Giubileo 2025
Sabato 9 marzo pomeriggio, nella Basilica Capitolare di Santa Restituta a Napoli, si è tenuto il convegno dal titolo “Verso il Giubileo 2025. Pellegrini di Speranza”, organizzato dall’Opera Napoletana Pellegrinaggi diretta da Mario Russo Cirillo. «Il Giubileo è un movimento di popolo, che lo ha voluto, e non di élite», ha sottolineato il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, S.E. Mons. Rino Fisichella, presente all’incontro, spiegando il significato del prossimo Anno Santo. Il Giubileo, ha aggiunto Mons. Fisichella, deve mantenere «la capacità di mettere un popolo in cammino e non solo quella di attraversare la porta santa» e la cosa «più importante è l’indulgenza giubilare». «Ogni Anno Santo è legato alla storia del popolo», ha proseguito ricordando quello del 1950 indetto da Pio XII e quello del 1975 «che fu indirizzato al tema dell’unità». Tornando sul tema del 2025, l’arcivescovo ha detto che la «bellezza del prossimo Giubileo sarà quella di dare risposte di speranza».
Il convegno è stato aperto dai saluti dell’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, e del sindaco della città, Gaetano Manfredi. Sono interventi anche il vescovo di Acerra e presidente della Conferenza Episcopale Campana, S.E. Mons. Antonio Di Donna, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. «Noi – ha sottolineato Mons. Battaglia – sentiamo il bisogno di prepararci a un evento che dal 1300 a oggi ha cadenzato il cammino della Chiesa. Con l’avvicinarsi a questo Giubileo, il Papa ci ha chiesto di essere pellegrini di speranza in questo tempo dove ci sono sempre più diseguaglianze». «Le speranze dei popoli che soffrono sono le speranze dei discepoli di Cristo», ha proseguito «e noi dobbiamo ascoltare le loro attese e le loro speranze». «Mi auguro e sono convinto – ha affermato il sindaco Manfredi – che in tutto il periodo di avvicinamento e nell’anno giubilare ci sia un luogo di riflessione sulla speranza. Noi ci siamo posti l’obiettivo sia di guardare i bisogni spirituali che materiali di tutti».
Manfredi ha ricordato le guerre, ma anche «i conflitti di quelli che non hanno il diritto al lavoro, alla casa» e «se noi vogliamo costruire la speranza, dobbiamo partire dai bisogni delle nostre comunità». Per Manfredi occorre proseguire in un’azione congiunta tra Chiesa di Napoli ed ente locale «per costruire la speranza e Napoli è sempre stata una città dove la Chiesa ha guardato agli ultimi».